Orchestral Suite No.1

Riccardo Catria Meets Perugia Big Band – Jeff Ballard – Gabriele Evangelista – Marta Raviglia – Massimo Morganti

“Un lavoro importante, originale e interessante.” 

Enrico Rava

Un’esplorazione sonora nell’assoluto

Questa Suite rappresenta un’importante tappa nel percorso artistico di Riccardo Catria, segnando il suo debutto nel mondo della composizione orchestrale.

Inizialmente concepita come “Mediterranean Suite”, per via delle sonorità che richiamano le atmosfere e i colori del Mediterraneo attraverso l’uso di specifici modi musicali, l’opera ha poi assunto il titolo più essenziale di “Orchestral Suite n. 1″.

Questa scelta riflette la volontà di Catria di allontanarsi da qualsiasi riferimento extra-musicale, lasciando che la musica si esprima nella sua purezza, senza vincoli narrativi o descrittivi.

La composizione si articola in otto movimenti che esplorano le diverse possibilità espressive dell’orchestra, offrendo un’esperienza d’ascolto coinvolgente e ricca di sfumature.

L’opera è stata registrata dalla Perugia Big Band, storica formazione umbra, sotto la direzione dello stesso Catria, ma l’ensemble è stato arricchito dalla presenza di alcuni ospiti d’eccezione, tra cui spiccano i nomi di Jeff Ballard alla batteria, Gabriele Evangelista al contrabbasso, Marta Raviglia alla voce e Massimo Morganti al trombone. Tutti hanno saputo interpretare con maestria ed eleganza le raffinatezze della scrittura orchestrale, dando un contributo fondamentale alla resa musicale complessiva dell’opera; lo stesso Riccardo Catria ha preso parte all’incisione suonando la tromba.

Il concetto di musica assoluta, l’influenza di Kenny Wheeler, una scrittura innovativa e il simbolismo dell’astratto

La scelta di intitolare semplicemente l’opera “Suite n. 1 per orchestra” sottolinea l’adesione di Catria al concetto di musica assoluta. Questa corrente di pensiero, che ha avuto in Johannes Brahms e Eduard Hanslick alcuni dei suoi più illustri sostenitori, afferma l’autonomia espressiva della musica, svincolata da qualsiasi riferimento a eventi, personaggi o emozioni specifici.

La musica assoluta si concentra sull’elaborazione dei suoni e delle forme musicali, lasciando all’ascoltatore la libertà di interpretare l’opera in modo soggettivo.

Come affermava Schumann: “la musica è come una grande foresta dove ognuno deve trovare il suo sentiero”.

In questa Suite, Catria utilizza un linguaggio musicale di matrice jazzistica, dedicando una particolare attenzione alla melodia e all’ Interplay tra i musicisti.

La musica di Catria, profondamente modale e caratterizzata da un abile uso del contrappunto, risente dell’influenza di Kenny Wheeler, pioniere del jazz europeo, che ha saputo elaborare nuove sonorità nell’ambito orchestrale attraverso l’utilizzo di un vocabolario melodico e armonico del tutto personale.

Un’ulteriore caratteristica che alimenta l’idea di musica assoluta in questo progetto è l’utilizzo della voce come strumento, senza l’aggiunta di alcun testo, facendo in modo che perda la sua funzione narrativa e possa fondersi con l’orchestra, diventando uno strumento come gli altri.

La scrittura di Catria si distingue per l’utilizzo di una struttura slegata da un contesto armonico tonale, con l’impiego di particolari scale di provenienza etnica varia, fuse con ritmi diversi che spaziano dai tempi ternari allo swing fino ad altri di matrice più africana. Pur essendo presente un approccio fortemente contrappuntistico, il compositore rivolge sempre una grande attenzione alla melodia e dedica ampi spazi all’interplay dei musicisti.

Catria afferma: “è una musica cosi astratta, ma allo stesso tempo cucita su misura per questa fantastica orchestra!”

A dare ulteriore risalto a questa intenzione di non indirizzare l’ascoltatore verso alcuna immagine che possa deviare la sua immaginazione, si aggiunge la scelta di una copertina per l’album realizzata con sfondo di nero e onde di luce, creata dall’artista Meri Tancredi.

Il nero, colore enigmatico e ricco di significati simbolici, ha da sempre affascinato artisti e filosofi; nelle culture occidentali è spesso associato al mistero, all’ignoto, al silenzio, ma anche alla profondità, all’eleganza e all’assoluto.

Nelle arti visive, è stato utilizzato da pittori come Caravaggio per creare contrasti drammatici e da Mark Rothko per esprimere intense emozioni spirituali. Tuttavia, è importante sottolineare che il nero assume significati molto diversi nelle culture orientali.

In Cina e in Giappone, ad esempio, è spesso associato all’acqua, all’oscurità, all’inverno e al principio femminile dello Yin, ma può rappresentare anche l’esperienza, la conoscenza e la saggezza.

La “Suite n. 1 per Orchestra” di Riccardo Catria si inserisce a pieno titolo in questa visione

filosofica, offrendo all’ascoltatore un’esperienza musicale intensa e coinvolgente, che invita alla riflessione e all’introspezione.